Progetto ICARO 8 – L’intervento formativo

Premessa

I risultati della ricerca condotta nell’ambito della campagna ICARO 7 hanno evidenziato sul piano quantitativo e qualitativo l’utilità e la necessità di interventi mirati e continuativi, che tengano conto in modo specifico delle esigenze, degli aspetti motivazionali ed emotivi dei destinatari.

In particolare, i ragazzi che hanno risposto ai questionari e che hanno partecipato ai focus group nelle varie fasi della ricerca hanno sottolineato la loro esigenza di ricevere interventi che non siano soltanto informativi, bensì formativi a vari livelli. Soprattutto è emersa molto chiaramente l’utilità e la necessità di una continuità e dell’attivazione dei canali psicologici adeguati per stimolare il cambiamento di comportamento nei casi in cui questo si riveli a rischio.

Introduzione

Gli incidenti stradali costituiscono oggi una delle principali emergenze sociali. Le statistiche dell’ Istat relative all’anno 2006 indicano che ogni giorno in Italia si verificano circa 652 incidenti stradali in cui muoiono mediamente 16 persone, mentre altre 912 rimangono ferite. Il fenomeno assume contorni ancora più drammatici se si considerano i giovani guidatori. In Italia, il 30% degli incidenti mortali ha come vittima una persona con meno di 30 anni. Il dato è tanto più allarmate se si considera che, per questa fascia della popolazione, i numerosi interventi che si sono succeduti nel tentativo di ridurre il fenomeno sembrano avere minore efficacia. Infatti, sebbene negli ultimi 30 anni la mortalità generale per gli incidenti stradali si è complessivamente ridotta del 40%, questa riduzione è stata minima nelle fasce giovanili. La sfida di ridurre il numero degli incidenti stradali nei giovani guidatori, come tutte le sfide impegnative, deve essere combattuta su differenti fronti. Gli incidenti stradali sono infatti un fenomeno determinato da diverse cause i cui effetti si sommano, o peggio si moltiplicano. Ad un livello possono certamente collocarsi fattori che riguardano il veicolo che si guida, le sue prestazioni, il suo stato di manutenzione, ecc. Ad un altro livello si collocano fattori che riguardano le condizioni ambientali in cui si guida, ad esempio le condizioni della strada, le condizioni di illuminazione, ecc. E’ evidente che su questi livelli l’azione di prevenzione poggia prevalentemente sull’intervento nei termini delle infrastrutture, delle tecnologie e della legislazione, con l’obiettivo di avere strade sempre più sicure e un parco di veicoli circolanti sempre più efficiente. Ad un terzo livello si collocano però i fattori che riguardano il guidatore. La rilevanza di questi fattori è ben nota e testimoniata dalle statistiche che indicano che la responsabilità degli incidenti stradali sia da attribuirsi per il 90-95% a dinamiche che registrano l’ovvio contributo dell’errore umano.

Agire su questi fattori è possibile sia attraverso l’applicazione di procedure di prevenzione e repressione delle violazioni del codice che attraverso concomitanti azioni di educazione e formazione. Le donne e gli uomini della Polizia Stradale sono direttamente chiamati in causa per tutti questi difficili compiti. Come afferma il Prefetto Luciano Rosini nella Prefazione del volume “Il Paradosso del Giovane Guidatore”: “da diversi anni il ruolo della Polizia Stradale – quale settore specialistico della Polizia di Stato che si occupa in via principale del fenomeno infortunistico – non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte pericolose ma si sviluppa anche nell’area dell’informazione, con una particolare attenzione verso i più giovani. Il rispetto delle regole non passa solo attraverso la coercizione ed i controlli, ma si basa anche sul convincimento che determinate norme costituiscano la migliore soluzione per garantire mobilità e salvaguardia dei beni primari della vita e dell’incolumità fisica”.

Cercare di convincere i giovani che il rispetto delle norme in materia di sicurezza stradale sia una condizione necessaria per la salvaguardia della propria salute è un compito impegnativo, perché non basta accertarsi che conoscano le norme. Purtroppo non basta nemmeno informare sui rischi che si corrono o portare esempi delle drammatiche conseguenze che possono derivare dai comportamenti rischiosi alla guida. Queste sono condizioni necessarie per un intervento efficace, ma non sufficienti. Per poter agire efficacemente in primo luogo è necessario capire quali siano i processi di pensiero che spingono un giovane a prendersi dei rischi alla guida, quali sono le idee o le convinzioni sbagliate che si associano a questi comportamenti. Conoscere queste idee è il primo passo per provare a modificarle ma poi è però necessario riuscire a comunicare con i ragazzi in modo efficace, cercando di entrare in sintonia con le loro emozioni, i loro codici i loro linguaggi. Da queste considerazioni trae spunto la stesura di questa guida. Essa contiene alcune informazioni su quello che abbiamo potuto capire sui giovani guidatori grazie a una ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia in collaborazione con  la Polizia di Stato, l’ANIA, il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Pubblica Istruzione, l’UNICEF e Sicurstrada ed eseguita grazie allo straordinario impegno delle donne e degli uomini della Polizia Stradale in occasione della precedente edizione di ICARO.

Partendo da queste informazioni abbiamo costruito alcuni “strumenti” che possono, nel nostro intento, facilitare il compito agli operatori della Polizia che entreranno a diretto contatto con i giovani nelle scuole. Alcuni di questi strumenti sono di natura concettuale. Un intervento efficace dovrebbe agire in modo mirato su quelle idee e su quei comportamenti che espongono un giovane guidatore al rischio di incidenti, per questo abbiamo ritenuto opportuno descrivere queste idee e questi comportamenti e anche descrivere i “momenti” e le condizioni che spingono un giovane verso il rischio. Questo piccolo “manuale” però non è solo uno strumento informativo sulle direzioni che dovrebbero essere prese in un intervento. In esso vengono forniti anche dei suggerimenti, degli espedienti comunicativi, sul modo in cui suscitare l’attenzione dei ragazzi, su come spingerli a riflettere apertamente sulla guida, mettendo anche in discussione le proprie idee. Abbiamo anche cercato il modo di innescare la discussione attraverso delle sequenze cinematografiche, visto che il cinema propone costantemente linguaggi, tematiche e personaggi capaci di captare l’attenzione e suscitare le emozioni dei giovani. Inoltre abbiamo proposto situazioni, giochi logici e spunti per la discussione che possono essere utilizzati da chi opera interventi con i giovani guidatori. Questa guida dovrebbe permettere un utilizzo più chiaro e agevole di questi strumenti nell’obiettivo di condurre interventi quanto più possibile mirati all’obiettivo ed efficaci.

Metodo

Per effettuare un intervento formativo partendo dalle premesse di cui sopra con lo scopo di raggiungere adeguati livelli di efficacia, tenendo conto della letteratura scientifica sull’argomento, si prevede di procedere come segue.

  1. Costruzione del questionario di ingresso. In una prima fase si costruirà un questionario con l’obiettivo di rilevare gli aspetti psicologici di base e gli atteggiamenti verso le condotte di guida e verso la sicurezza stradale in genere.
  2. Allestimento del DVD con sequenze filmiche. Successivamente verrà allestito un DVD contenente parti di film centrati sui vari aspetti della sicurezza stradale (dalle condotte di rischio, all’incidente nella sua rappresentazione diretta, dalle condotte di prevenzione alle conseguenze degli incidenti stessi). Le sequenze tratte da film famosi e allestite in un insieme della durata di circa trenta minuti, costituiranno uno strumento rilevante per le fasi di intervento in quanto forti attivatori emozionali e stimoli decisamente interessanti per i ragazzi e in grado di attrarre bene la loro attenzione (si è avuta cura di scegliere parti di film noti ai ragazzi e in sintonia con i loro stessi interessi).
  3. Costruzione del questionario per il re-test. Ancora, verrà allestita una seconda versione del questionario, identica alla precedente, ma contenente una parte sul livello di gradimento dell’intervento e anche su possibili notazioni su aspetti interessanti e aspetti che potrebbero essere aggiunti o migliorati (questa parte può rivelarsi utile per eventuali sviluppi).
  4. Preparazione del Manuale per la formazione. In questa fase si avrà cura di preparare un agile Manuale da impiegare nella formazione agli operatori della Polizia stradale che eseguiranno personalmente l’intervento sotto la guida del Responsabile della ricerca e di sei supervisori. Il Manuale avrà la caratteristica di illustrare tutto il materiale che verrà impiegato e di descrivere tutti i possibili livelli di intervento nelle fasi successive alla somministrazione del primo questionario e alla visione del materiale filmico. Vale a dire: verranno descritte e illustrate le varie tipologie di reazioni che i ragazzi potrebbero mostrare e queste reazioni verranno articolate in categorie con le relative modalità di intervento suggerite agli operatori.
  5. Formazione degli operatori che condurranno la formazione. A questo punto verrà erogata agli operatori della Polizia Stradale una adeguata formazione all’uso degli strumenti impiegati nell’intervento e alle modalità per gestire le interazioni fra i ragazzi dopo la visione delle sequenze filmiche. Si tratta di training formativi delicati, aventi l’obiettivo di rendere consapevoli operatori di formazione non psicologica rispetto ad alcune complesse tematiche di tipo emozionale e motivazionale, nonché di fornire strumenti semplici ed adeguati per la conduzione di un intervento che, tecnicamente, viene definito di group empowerment e ha l’obiettivo di rafforzare tutti i membri del gruppo nella direzione della maggiore consapevolezza di aspetti prima ignorati sulla sicurezza stradale. Per ottenere questo risultato gli operatori dovranno essere messi in condizioni di comprendere a fondo, a livello emotivo, gli aspetti che possono generale il cambiamento comportamentale nei giovani guidatori.
  6. L’intervento. In questa fase gli operatori condurranno personalmente l’intervento, dopo aver ricevuto l’adeguata formazione per effettuarlo, e verranno seguiti dai supervisori per la gestione di qualsiasi problematica imprevista.
  7. Il monitoraggio dell’intervento. Al termine dell’intervento gli operatori incontreranno ancora in Responsabile del Progetto ed i supervisori per commentare e analizzare i resoconti che avranno avuto cura di stendere durante l’incontro con i ragazzi (si tratta di verbali scritti che riassumono le discussioni o di registrazioni delle discussioni stesse).
  8. Stesura del Report  finale a cura del responsabile del Progetto. In questa ultima fase verrà elaborato un volume con la descrizione della metodologia (e con allegato il DVD) e di tutti i risultati dell’intervento effettuato. Verrà inoltre illustrato il livello di efficacia degli interventi e verranno riportati i brani più significativi delle espressioni dei ragazzi, per pervenire ad una descrizione molto articolata e dettagliata degli aspetti emotivi che sono sottesi alle condotte di rischio e alle strategie per prevenirle.

 

foto premiazione

Rassegna stampa

05.03.2008 –  Icaro 2008: toccare i cuori per parlare ai cervelli – Polizia di Stato

14.11.2008 – Icaro 2008: uno spot per la sicurezza stradale – Polizia di Stato